La verità sull’economia italiana

Da adriaticonews.it

Da adriaticonews.it

Si sa, certe notizie passano in sordina.

Bankitalia prevede un’economia in accelerazione secondo una stima pubblicata negli ultimi giorni. C’è un rialzo rispetto alle previsioni svolte dall’ISTAT. Ricordate quando i telegiornali e gli opinionisti nelle televisioni (e, diciamocelo, tutti i grillini) usavano il famosissimo letimotiv dello zero virgola? Ebbene, il rialzo non è solo di un intero punto percentuale ma sale all’1,2% per le previsioni tra il 2018 e il 2019.

Questo prospetto si basa sui dati disponibili sino allo scorso 23 maggio. La forza più alimentata sarà quella della domanda interna sospinta da una espansione degli investimenti a ritmi più alti di quelli del prodotto. Anche se comunque -parlo per noi Campani- alcune regioni vivono soprattutto di export verso paesi stranieri. Anche fuori dall’Unione Europea.

Non lo sapete? Agli Australiani piace la pasta di Gragnano. E a Rio oramai non si dibatte più sulla paternità del sushi.

Afragola: aggiungi un posto a Tav

Ogni tanto, spostandomi sulla A1 in direzione Caserta da Napoli, guardando verso destra, la mia attenzione è cascata su infrastrutture che, giorno per giorno, hanno preso sempre più l’aspetto di un’astronave. Il complesso di infrastrutture è sorto in pochissimo tempo, tant’è che mi sono chiesto se davvero un gruppo di musi verdi provenienti da Kepler 452-B non fossero sul serio atterrati per condividere con noi la loro scienza millenaria.

E invece sono stati operai campani a lavorare lì, sbugiardando tutti di clicque sui lavori pubblici nel napoletano. La visita di Gentiloni è servita ad inaugurare la Porta del Sud dopo aver viaggiato su un Frecciarossa 1000.
L’amministratore delegato Mazzoncini sostiene che Afragola ha tante cosa in una. Da domani partirà con 36 treni e nel 2022 sarà un nodo di interscambio completo. Simbolo di un ritorno degli investimento al Sud, dopo gli accordi con Apple, dopo la presenza di Accenture a Napoli, io auguro veramente alla Campania, regione più giovane d’Italia, di trattenere e specializzare qui i ragazzi qui dove il divario tra ricchi e poveri costituisce il secondo record regionale.

La Campania, ora, ha tutte le carte in regola per trasformarsi in una nuova capofila. Ecco perché io scommetto su questa regione.

Da napolike.it

Da napolike.it

Bond sintetici

Da unina.it

Da unina.it – Prof. Marco Pagano

Stamane il Sole 24 Ore ha pubblicato un’interessante lettura di un’eccellenza napoletana in materia di strumenti finanziari. Il professore universitario Marco Pagano ha raccontato di questi titoli, cosiddetti sintetici, che hanno l’obiettivo di spezzare il circolo vizioso che lega gli stati alle banche nazionali. Per vararli serve un consenso politico difficile da raggiungere, ma sono un’innovazione di processo finanziaria da tener d’occhio. Il docente è il padre di uno di questi strumenti, i Sovereign bond backed securities cioè bond sintetici derivanti dalle cartolarizzazioni di titoli di stato europei chiamati più semplicemente safe bonds.

Il legame stretto tra Stati e banche rappresenta una grande vulnerabilità per molti paesi della UE. Se una banca ha troppi titoli del suo paese, alla prima crisi di debito pubblico finisce in affanno costringendo il suo governo a salvarla. E in un paese come l’Italia, il Cielo ce ne scampi, questo è lo scenario d’apertura anche del dissanguamento sociale. Lo abbiamo visto con moltissime banche di cui ho parlato in passato, proprio in questo blog. Cito davvero poco spesso una delle mie pubblicazioni, Arturo di Mascio – il Toro della Finanza, in cui però parlo di money management nella seconda metà dello scritto. Controllate da voi se l’idea non è assolutamente maritabile con l’analisi del professor Pagano. Buona lettura.

Funzionano così. Si crea una società-veicolo che acquista parte dei titoli di Stato di tutti i Paesi europei in proporzione al loro Pil. Questo veicolo si finanzia sul mercato emettendo obbligazioni, garantite proprio dal portafoglio di titoli acquistati. I bond vengono divisi in due tranche: una «junior» (che assorbirebbe le prime perdite se uno Stato europeo andasse in crisi) e una «senior» (che sarebbe protetta tanto da meritare un rating «Tripla A»). «Secondo le nostre simulazioni – spiega Pagano -, la diversificazione del portafoglio composto da tutti i titoli di Stato europei e la divisione in due o più tranche permette di creare titoli senior molto sicuri. Oggi chi vuole comprare bond sicuri deve per forza acquistare quelli tedeschi. Gli Sbbs permettono invece di raddoppiare i titoli sicuri in circolazione, spezzando il circolo vizioso tra Stati e banche». Le banche, che comprerebbero le obbligazioni «senior» garantite da tutti i titoli di Stato europei, slegherebbero insomma le loro sorti da quelle dello Stato. «Gli European safe bonds sarebbero una risposta meno forte rispetto a una vera Unione fiscale, ma appaiono come un’opzione più facilmente praticabile – osserva Mauro Micillo, a.d di Banca Imi -. Si possono fare a Trattati invariati». (Fonte: ilsole24ore.com)

La balena blu

Scrivo spesso per informare, basta vedere qualche intervento su questo blog. Non sono più adolescente da qualche anno oramai. Quando ho conosciuto il fenomeno della blu whale (in italiano: balena blu) cascavo dal pero. Nel mio caso nulla quaestio, ma mi metto nei panni di tanti genitori i cui figli erano con la testa sui binari di un treno o sul tetto di un palazzo.

Arturo di Mascio - Blu Whale

Da ilgiornale.it

Ma andiamo per gradi. Blu Whale è un gioco che nasce in Russia. Ma in realtà nasce nell’etere. I giocatori sono due. Uno, quello che coordina le sfide, si chiama curatore. Gli effettivi giocatori, però, sono i nostri figli. Il curatore li contatta in maniera anonima, generalmente ingaggiandoli sui social network (Facebook e Snapchat in testa). Lo si riconosce dalla prima prima sfida che sottopone ai ragazzini: l’iniziazione è sempre la stessa e richiede l’incisione sulla pelle di una balena, con chiodi, coltelli, tagliacarte o qualunque cosa sia utile.

Le successive sfide sono prove di coraggio: attraversamento dei binari con treno in arrivo, altre incisioni, escursioni nei cimiteri. Certo, molto spesso la liturgia è declinata dalla fantasia del curatore, così come il problem solving della sfida è appannaggio dei nostri vivaci ragazzi. Ma il capolinea è sempre lo stesso: l’ultima sfida è il suicidio.

A Catania, un sedicenne è stato denunciato per istigazione al suicidio nei confronti di una giovane ragazza che aveva cominciato a giocare. È schifoso; quando ho saputo del gioco non avrei mai pensato che dietro l’account di un curatore ci potesse essere un minorenne. Nel romano, una ragazzina è stata salvata da una sua compagna di classe dopo aver tentato il suicidio con le lame e aver progettato una exit strategy tramite binari della metro.

Sono miserie che si commentano da sole. Tra le pagine de l’Uomo è un dio Mancato narro dell’arrivo a Bangui (Rep. Centrafricana). Sembra banale dirlo ma provate a sottoporre un gioco del genere a persone che conoscono la guerra e la fame.

O vanità, o sharia o vetri di bottiglia

Stamane i principali programmi di approfondimento stanno dando grandissimo spazio alla tragedia di Piazza S. Carlo a Torino. Ho atteso la freddezza del lunedì per rilasciare un commento lucido invece di fare la corsa al tweet, all’articolo, alla redemption, ai feed e quant’altro sia tipico appannaggio da giornalista.

Io mi metto dalla parte di quelli che vanno a votare. Perché anch’io vado a votare; anch’io sono un contribuente. Anch’io ho figli. Anch’io ho paura.
All’alba di lunedì continua a girare un video, quello di un ragazzo con zainetto in fondo a piazza San Carlo a Torino. C’è chi millanta per lui un tipico atteggiamento terroristico (foto di Libero in articolo) di un ragazzo in fondo alla piazza … mentre la folla bianconera corre già come in una famosa scena che mio figlio ha visto con me al fianco al cinema, quando anche un re leone può essere ucciso dal calpestìo. Sono scene che si commentano da sole.

Come noi votiamo, paghiamo le tasse, abbiamo figli, abbiamo paura, l’hanno anche i Londinesi. Lì il furgoncino c’era sul serio. E c’erano coltelli, non vetri rotti di bottiglia seminati per terra. I londinesi hanno gestito l’emergenza. Certo, lì i terroristi passano sul serio, ma nessuno è scappato via calpestando il figlioletto di qualcun altro. Bisogna assumere comportamenti virtuosi, altrimenti la prossima frontiera del terrorismo sarà gridare al lupo! Al lupo!

Da liberoquotidiano.it

Da liberoquotidiano.it

È la festa che voglio condividere

Da Focus.it

Da Focus.it

Ogni anno, il 2 novembre… Inizia così un blasonato poema che mette insieme illustri e meno abbienti. Tra novembre e giugno c’è una gran differenza. La primavera celebra la vita e, con essa, il 2 giugno è la festa di un’Italia che vive e che rimane pur sempre una livella. Si, un paese in cui l’affare pubblico non fa distinzione tra ricco e povero. Anche la rivista Focus ha un articolo dedicato a questa “data in rosso” che si chiude con un dato interessante: il 2 giugno è una delle giornate in cui è più facile ascoltare l’inno nazionale detto Inno di Mameli che in realtà si chiama Canto degli Italiani. È proprio questo dato che mi ispira a scrivere questo articolo. Avrà ispirato forse anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo la parata in via dei Fori Imperiali, assieme al ministro della difesa Roberta Pinotti, il capo di stato maggiore della difesa, Claudio Graziano, il presidente della camera Laura Boldrini e il presidente del senato, Pietro Grasso. Il Canto degli Italiani ha risuonato anche oggi, durante i 71esimi festeggiamenti della Repubblica Italiana il cui motto, quest’anno, è stato Insieme per il paese. E insieme a noi c’è stato Andrea Bocelli, fiero di partecipare.

Non posso riportare stralci del discorso di Mattarella. Il punto in comune, quel che tutti noi italiani dovremmo cercare in questo giorno, è sul tema che più mi sta a cuore. Anch’io, come lui, sono un padre: “Dare alle future generazioni un’Italia in pace, prospera e solidale, in grado di assolvere a un ruolo autorevole e propulsivo all’interno di quella comunità internazionale che abbiamo contribuito a edificare. Le difficoltà che stiamo affrontando, le minacce alla nostra sicurezza e al nostro benessere vanno sostenute con la limpida coscienza dei risultati raggiunti ci accompagna la consapevolezza che in un mondo sempre più interdipendente, non potrà esservi vera sicurezza se permarranno focolai di crisi e conflitti; non potrà esservi vero benessere se una parte dell’umanità sarà costretta a vivere nella miseria“.

Che dire? Viva la Repubblica, viva l’Italia!

Alla Tedesca con furore

Finalmente la Consulta si è pronunciata in merito all’Italicum e quindi gli onorevoli ora possono fissare una data per le elezioni. Normalmente si vota ogni cinque anni oppure in seguito allo scioglimento delle Camere anticipato una volta che si attesti che l’esecutivo in carica non abbia più la maggioranza dei seggi in parlamento. Ed è il secondo caso quello più ricorrente nel nostro paese.

Le elezioni, come ogni buon trader sa, hanno ripercussioni sul mondo finanziario. Si voterà qui a breve come nel Regno Unito. La sterlina sta accusando il colpo sui mercati finanziari: un sondaggio pubblicato stamattina sui giornali inglesi dice che il partito al governo di Theresa May avrebbe perso la maggioranza e quindi la piena governabilità. Mentre in Italia prende piede l’ipotesi delle elezioni anticipate, come spiegato. Questa prospettiva non sembra preoccupare la Commissione europea, ma ha messo in allarme le agenzie di rating come per esempio la canadese DBRS. (Fonte: Wall Street Italia) L’azionario europeo è incerto sulla strada da prendere con gli investitori che non vogliono correre alcun rischio prima di conoscere le nuove indicazioni macro e da parte della Bce, nonché gli ultimi sviluppi sulla tragedia greca e sulla crisi delle due banche venete. Dal fronte delle notizie societarie, Vivendi ha ottenuto il lascia passare Ue per assumere il controllo di Telecom Italia.

Tra le cause ci sono le voci sul modello che sceglieremo per l’assetto parlamentare. La cosiddetta legge elettorale “alla tedesca”. È un sistema che rispecchia quasi matematicamente le proporzioni di voto: se un partito viene votato dal 15 per cento degli elettori, in parlamento otterrà circa il quindici per cento dei seggi. In Germania, però, è possibile votare un rappresentante scegliendolo nominalmente ed esprimere, oltre a questa scelta, un voto partitico o di coalizione. Questo modello determina il fatto che i posti in parlamento varino (ora sono 630, nel 2009 erano 622). In Italia ciò non è possibile e bisognerà dare un colpo al cerchio ed uno alla botte per far quadrare le cose.  Il sistema tedesco, quindi, con ogni probabilità produrrà un Parlamento in cui per governare sarà necessaria l’alleanza di due o più forze politiche maggiori, come accade in Germania da diverso tempo e come ha mostrato chiaramente una simulazione pubblicata domenica dal Sole 24 Ore.

Completerei l’articolo con una bella immagine di pizza… alla tedesca.

Da donnamoderna.com

Da donnamoderna.com

Napoli: l’impresa, gli allori e la panchina d’oro

Stamane il Mattino, noto quotidiano della mia città, ha dato qualche notizia alla società che, per l’opinione pubblica e per indotto, racconta bene o male tout court il posto da cui provengo. Il Napoli è in ritiro e si ritirerà da questo solo il 25 luglio. Praticamente due mesi di ascetismo condito di prove. Del resto, il club sportivo si prepara a una mini tournée all’estero con due partite. Del resto, ancora, è questo il destino che attende le squadre in lizza per la partecipazione al torneo più importante che i club europei affrontano annualmente.

Ma non sono solo CT e i giocatori ad essere messi in moto. Sempre Il Mattino parla dei rinforzi richiesti da Sarri. Si parla di Berenguer e Ounas, vicini ai nostri colori. Repubblica invece parla dell’incontro avvenuto lo scorso martedì tra il presidente De Laurentiis e l’allenatore.
Insomma, una “viva e vibrante trepidazione” (per citare un uomo che ha diretto qualcosa di grande, molto grande, con tutte le luci ed ombre del caso) con cui ci omaggia una società che dovrebbe essere l’espressione di tutto un popolo. Un popolo che lavora, che è sempre attivo, che è sempre attento al mercato esterno, un popolo di cui si accorgono le testate.

Addirittura Sacchi, sulle pagine della Gazzetta, ha parlato di grande lezione. La lezione di Sarri al calcio italiano, così titola l’editoriale di Arrigo Sacchi e da cui riporto un estratto: “Il Napoli arriva terzo in campionato e viene osannato dai propri tifosi come se avesse vinto lo scudetto. Ma questa non è l’Italia dove importa soltanto vincere anche senza merito? Il Paese dove si glorificano più i risultati che non il modo in cui vengono ottenuti? I tifosi del Napoli danno a tutti un segnale importante di crescita culturale e sportiva, che valorizza l’impegno e la bellezza a prescindere dal risultato finale. Sarri e i suoi ragazzi stanno dimostrando che ci si realizza non soltanto attraverso la vittoria, ma anche grazie all’impegno del gioco e al divertimento che si produce. Gli azzurri hanno dato tutti se stessi con generosità e non solo: hanno emozionato i propri tifosi e hanno ricevuto l’ammirazione delle tifoserie avversarie. Ebbene, questa squadra è già nella storia. Gli uomini del maestro Sarri, uno dei migliori allenatori del mondo, hanno dato spettacolo in tutti gli stadi con una crescita di gioco e un dominio totale impressionante.

Ed è così che in qualche modo abbiamo regalato più emozioni di quanto fa la Juventus. È così che abbiamo battuto Allegri. È così che Sarri è diventato il migliore allenatore del 2016. Dico abbiamo perché siamo tutti parte dell’indotto, del grande club e, così, carne viva della città che ora brilla anche della panchina d’oro. Il Premio Nazionale Enzo Bearzot è finito per la seconda volta a Napoli, così che, contando i totali di questo riconoscimento, Napoli può guardare gli altri contendenti. Contendenti che includono squadre come il Real Madrid, la nazionale maggiore o Leicester. Le eccellenze nella nostra città.

Ricorda tantissimo la città di cui mi parlava mio nonno, la città che ho ritratto tra le pagine de L’uomo è un dio mancato. Tantissimo la città che vorrei cambiare con il mio Fumus. Concludo con un’amabile foto che ho trovato tra le pagine web di Napolicalciolive.com
Troverete il famosissimo CT della nazionale del ’94 insieme ad un’altra bandiera della Napoli che cavalca (e che lo fa pure molto forte). I ragazzi di Casa Surace.

Da Napolicalciolive.com

Da Napolicalciolive.com

Dalle paralimpiadi alle olimpiadi

da quotidiano.net

da quotidiano.net

Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016: Alex Zanardi ci regala una nuova giornata magica! Qualcosa da custodire gelosamente nel baule delle meraviglie, nell’album dei ricordi azzurri delle Paralimpiadi di Rio. A trionfare è di nuovo lui, dopo l’oro e l’argento di ieri e l’altro ieri. Ancora e sempre è Alex Zanardi l’atleta capace di guidare la staffetta mista (Team Relay) della Handbike. Al secondo e terzo posto ci sono Stati Uniti e Belgio, a grande distanza dall’Italia.
Successivamente, il campione ha dichiarato: “A Londra ho affrontato il tutto in modo abbastanza scanzonato, nessuno si aspettava nulla da me, io invece ero convinto di poter far molto bene, ma questa volta tutti pensavano che per me vincere sarebbe stato facile – ha proseguito Zanardi -. Paradossalmente essere arrivato secondo nella gara in linea ha messo le cose a posto, nel senso che forse ha fatto capire alla gente che non ho vinto perché mi chiamo Zanardi, ma perché ho fatto 43 km/h di media in una gara di 20 km, questa e’ forza di braccia ed e’ tanta roba”.

Ora, questa uscita mi ha fatto molto riflettere, specie perché il nostro campione ha citato Londra.

La revoca della candidatura rischia di costare a Roma e ai romani 20 milioni di euro: il cortocircuito in cui potrebbe infilarsi la sindaca sta proprio qui. Nel giugno 2015 la città fu candidata dall’allora sindaco di Roma Marino in virtù di una mozione approvata in assemblea capitolina che lo obbligava a farlo. Su questa base Roma ha chiesto allo Stato di sostenere la sua corsa, anche economicamente. Lo Stato ha quindi accettato, escludendo altre città e mettendoci dei soldi. Perciò, adesso, Roma non può dire allo Stato: ci ho ripensato, stavo scherzando.

Questi soliti battibecchi sono quelli che generano perdite economiche, ancor più dei veri e propri giochi olimpici. Perché è vero che solo Londra e Pechino, in tempi moderni, si sono attestati come veri eventi da “bilancio in verde” per le amministrazioni locali ma questo tipico andirivieni è la rovina per noi, per la nostra immagine.

Il terrorismo non ferma noi. Non ferma gli Italiani. Non ferma l’economia.

Potremmo vivere solo di turismo. L’ho detto spesso e lo ribadisco. Ricordo l’intervento di un curato di Bari di stamane ad Uno Mattina. Uno dei tanti Italiani meridionali che ha accolto l’appello della comunità musulmana. E Bari ne ha risentito? No, anzi. Noi al meridione siamo fortissimi su questo, modestamente. Da secoli.

Oltre 23 mila musulmani hanno visitato le nostre chiese solo in Italia. Sono stato contento di registrare che è stato al Mattino di Napoli che si è espresso il presidente della Comunità religiosa islamica italiana.

Arturo di Mascio

da famigliacristiana.it

«Non bastano più messaggi di solidarietà, note di condanna, parole di biasimo. Oggi entreremo in Chiesa per compiere un gesto semplice e concreto: diremo ai nostri fratelli offesi dalla violenza che noi ci siamo, e vogliamo dar loro un abbraccio» E ancora: «Non sarà certo il gesto di oggi a porre fine al terrorismo. Ma a partire da questo gesto, vogliamo dare, insieme alla Francia, il segnale che l’Islam europeo è presente e intende dare una risposta culturale forte contro l’estremismo». Ha detto: «A noi fa molto male sentir parlare di “terrorismo islamico”. La religione islamica non ha niente a che fare con esso, non ha nessuna colpa; questo l’abbiamo detto sempre e lo ripeteremo sempre».

Al di fuori della questione umana, voglio anche dare uno sguardo a tutti gli spunti che questa situazione offre al mercato. Questa serie di attacchi tragici ha colpito tutta l’Europa. Ma questo sembra effettivamente inutile. Ad agosto – secondo il sondaggio estivo Confesercenti-Swg – saranno ben 21 milioni coloro che si concederanno un periodo di ferie, di cui 6 su 10 sotto l’ombrellone: un numero, in linea con quello registrato lo scorso anno, che dimostra come l’effetto terrore sui consumi turistici sia per ora limitato (fonte: ANSA). Spagna e Grecia sono state le regine delle mete europee scelte dagli Italiani ma anche il Regno Unito non sembra risentire dei danni della Brexit. Probabilmente perché, come ho già spiegato in precedenza, l’UK non sarà definitivamente fuori dall’Unione per i prossimi due anni. E, anzi, consiglio di dare una rilettura all’articolo postato qualche settimana fa.