Dalle paralimpiadi alle olimpiadi

da quotidiano.net

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Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016: Alex Zanardi ci regala una nuova giornata magica! Qualcosa da custodire gelosamente nel baule delle meraviglie, nell’album dei ricordi azzurri delle Paralimpiadi di Rio. A trionfare è di nuovo lui, dopo l’oro e l’argento di ieri e l’altro ieri. Ancora e sempre è Alex Zanardi l’atleta capace di guidare la staffetta mista (Team Relay) della Handbike. Al secondo e terzo posto ci sono Stati Uniti e Belgio, a grande distanza dall’Italia.
Successivamente, il campione ha dichiarato: “A Londra ho affrontato il tutto in modo abbastanza scanzonato, nessuno si aspettava nulla da me, io invece ero convinto di poter far molto bene, ma questa volta tutti pensavano che per me vincere sarebbe stato facile – ha proseguito Zanardi -. Paradossalmente essere arrivato secondo nella gara in linea ha messo le cose a posto, nel senso che forse ha fatto capire alla gente che non ho vinto perché mi chiamo Zanardi, ma perché ho fatto 43 km/h di media in una gara di 20 km, questa e’ forza di braccia ed e’ tanta roba”.

Ora, questa uscita mi ha fatto molto riflettere, specie perché il nostro campione ha citato Londra.

La revoca della candidatura rischia di costare a Roma e ai romani 20 milioni di euro: il cortocircuito in cui potrebbe infilarsi la sindaca sta proprio qui. Nel giugno 2015 la città fu candidata dall’allora sindaco di Roma Marino in virtù di una mozione approvata in assemblea capitolina che lo obbligava a farlo. Su questa base Roma ha chiesto allo Stato di sostenere la sua corsa, anche economicamente. Lo Stato ha quindi accettato, escludendo altre città e mettendoci dei soldi. Perciò, adesso, Roma non può dire allo Stato: ci ho ripensato, stavo scherzando.

Questi soliti battibecchi sono quelli che generano perdite economiche, ancor più dei veri e propri giochi olimpici. Perché è vero che solo Londra e Pechino, in tempi moderni, si sono attestati come veri eventi da “bilancio in verde” per le amministrazioni locali ma questo tipico andirivieni è la rovina per noi, per la nostra immagine.

Il terrorismo non ferma noi. Non ferma gli Italiani. Non ferma l’economia.

Potremmo vivere solo di turismo. L’ho detto spesso e lo ribadisco. Ricordo l’intervento di un curato di Bari di stamane ad Uno Mattina. Uno dei tanti Italiani meridionali che ha accolto l’appello della comunità musulmana. E Bari ne ha risentito? No, anzi. Noi al meridione siamo fortissimi su questo, modestamente. Da secoli.

Oltre 23 mila musulmani hanno visitato le nostre chiese solo in Italia. Sono stato contento di registrare che è stato al Mattino di Napoli che si è espresso il presidente della Comunità religiosa islamica italiana.

Arturo di Mascio

da famigliacristiana.it

«Non bastano più messaggi di solidarietà, note di condanna, parole di biasimo. Oggi entreremo in Chiesa per compiere un gesto semplice e concreto: diremo ai nostri fratelli offesi dalla violenza che noi ci siamo, e vogliamo dar loro un abbraccio» E ancora: «Non sarà certo il gesto di oggi a porre fine al terrorismo. Ma a partire da questo gesto, vogliamo dare, insieme alla Francia, il segnale che l’Islam europeo è presente e intende dare una risposta culturale forte contro l’estremismo». Ha detto: «A noi fa molto male sentir parlare di “terrorismo islamico”. La religione islamica non ha niente a che fare con esso, non ha nessuna colpa; questo l’abbiamo detto sempre e lo ripeteremo sempre».

Al di fuori della questione umana, voglio anche dare uno sguardo a tutti gli spunti che questa situazione offre al mercato. Questa serie di attacchi tragici ha colpito tutta l’Europa. Ma questo sembra effettivamente inutile. Ad agosto – secondo il sondaggio estivo Confesercenti-Swg – saranno ben 21 milioni coloro che si concederanno un periodo di ferie, di cui 6 su 10 sotto l’ombrellone: un numero, in linea con quello registrato lo scorso anno, che dimostra come l’effetto terrore sui consumi turistici sia per ora limitato (fonte: ANSA). Spagna e Grecia sono state le regine delle mete europee scelte dagli Italiani ma anche il Regno Unito non sembra risentire dei danni della Brexit. Probabilmente perché, come ho già spiegato in precedenza, l’UK non sarà definitivamente fuori dall’Unione per i prossimi due anni. E, anzi, consiglio di dare una rilettura all’articolo postato qualche settimana fa.

Una nuova figura professionale: il trader online

Chi non è mai incappato in video virali (magari anche carichi di virus informatici) che illustrano le possibilità di guadagnare centinaia di euro a settimana grazie alle opportunità della comunità internettiana?

Tuttavia, per poter guadagnare in modo sano grazie ai propri investimenti nel trading online è importante conoscere le basi riguardanti questo tipo di operazioni. Se il trading può diventare un vero e proprio lavoro, inizialmente è bene considerarlo esclusivamente un metodo per arrotondare la busta paga mensile.

Come funziona il trading online? I grandi investitori si occupano quotidianamente di acquistare e vendere beni. Di regola questi scambi comportano che il valore di ogni bene acquistato salirà per ogni volta che è stato venduto. Il trading online però non funziona così perché in sostanza non viene acquistato nulla. Si specula solamente sull’andamento delle quotazioni di qualsiasi bene contrattato nel mercato. Un po’ come un circolo scommesse, per intenderci.

Del resto, la materia trattata online è puramente virtuale e, per questo, rimane immateriale. Io ho portato avanti questa professione per lungo tempo, specie quando il mondo dell’irrealtà era ancora una materia per nerd informatici e per poche nicchie di acquirenti nascoste nel globo. E’ per questo che mi preme tanto informare – e fare buona informazione – i miei lettori su questa materia. Distinguete tuttavia questa figura (il trader online) non solo da quella del trader fisico, classico, ma anche da quella del cyber truffatore con la quale un trader non ha nulla a che fare. Certo, è un mestiere rischioso e anche un po’ cinico, ma non ha nulla a che vedere con quegli annunci in cui si incappa spesso sulla rete.

Qui si tratta di previsione. Un po’ come avveniva all’epoca allo stock exchange. Il trader può decidere se investire nell’aumento della quotazione di un indice o di un’azione, oppure nella diminuzione di tale valore. da leggioggi.it

L’ira di Herdogan e le sue ripercussioni

da squarespace.com

da squarespace.com

Ha rimosso trenta governatori regionali e cinquanta alti funzionari. In più, ora è in vigore la legge marziale oltre al coprifuoco. Stamane, ad un intervento ad Uno Mattina, Paolo Mieli e colleghi hanno spiegato che una rappresaglia così veloce e selettiva indica la presenza già ponderata di una lista nera da parte del governo. E se questa è la realtà, vuol dire che c’è da preoccuparsi.

Il leader di un paese che dovrebbe essere democratico quando il nostro ha effettuato una vera e propria purga. Quasi otto mila arresti. Giudici, generali, governatori e procuratori. E 232 turchi morti.

Questo ovviamente ha grandi ripercussioni sui trader e la loro attività. Unicredit ha dovuto scegliere un nuovo AD, Jean Pierre Mustler, per rafforzare il cuscinetto patrimoniale della banca. E, con una cessione del 10% a Yapi Kredit, chiaramente, la situazione è divenuta particolare.

Chi è Theresa May?

Theresa May è la nuova leader del partito conservatore e diverrà la seconda donna primo ministro britannico mercoledì. La cinquantanovenne ministro dell’interno è nata a Brasier il 1 ottobre 1956, figlia unica di un vicario anglicano del Sussex, si è laureata in Geografia all’università di Oxford. Una conservatrice vera. Con una lunga carriera politica alle spalle.

Ha iniziato la sua carriera nella Bank of England in Francia. Iniziò a fare politica proprio con Margaret Thatcher. Non ha paura di farsi nemici, è più conservatrice di Cameron. “So di non essere un politico che si mette in mostra. Non faccio il tour degli studi televisivi, non faccio pettegolezzi durante i pasti, non bevo nei bar del Parlamento, non parlo a cuore aperto. Faccio semplicemente il lavoro che ho davanti”, ha detto di recente.

La prima elezione ad un seggio al parlamento arriva nel 1997. Da quel giorno una elezione dopo l’altra si è conquistata la fiducia dei Tory e la candidatura a leader del partito. Nel 1999 è diventata segretaria ombra per l’Educazione e nel 2002 prima donna a ricoprire l’incarico di segretaria generale del partito conservatore. I primi ministeri ombra di una lunga serie. Nel 2010 è stata nominata ministra dell’Interno dal premier David Cameron, con l’obiettivo di controllare l’immigrazione e ridurre i crimini. Ci è riuscita, nonostante gli scontri con la polizia per il taglio ai fondi destinati. Nel 2013 ha espulso l’imam radicale Abu Qatada, mossa che le ha dato molta notorietà e le ha permesso di tagliare il traguardo del record di massima durata al ministero dell’Interno nella storia d’Inghilterra.

La mossa che ha permesso a Theresa May di tagliare la strada a Johnson e gli altri concorrenti alla leadership dei Tory è stato lo schierarsi contro la Brexit ma senza esagerare. Rispettando il desiderio di molti di lasciare l’Ue. “Brexit significa Brexit”, ha detto, e “non ci devono essere tentativi di restare nell’Ue, di rientrare dalla porta posteriore, di fare un secondo referendum”.da wikipedia.it

UK e i trader internazionali

OANDA ha pubblicato il rapporto dei posizionamenti aperti dei suoi clienti. Poco più del 50 per cento delle posizioni aperte puntano sullo short sul cambio GBP/USD. Finché i broker avranno un certo bilanciamento tra le posizioni dei clienti tra short e long, i rischi per l’industria del Forex in vista di una Brexit rimangono limitati. Una prospettiva che può influenzare i requisiti di liquidità in modo sostanziale.

Sarà probabilmente la nomina di Theresa May a premier, accelerando le procedure di uscita del Regno Unito dalla UE, a far si che listini Del Vecchio Continente beneficino del segno positivo per il 2016, mentre si prepara a un buon avvio anche Wall Street, dove si preannunciano nuovi record. Milano corre più velocemente delle altre Piazze europee che, comunque, sono tutte in verde. Per oggi. Pier Carlo Padoan da Bruxelles ha ribadito che il sistema italiano è solido ma che ci sono poche specifiche criticità. Il ministro ha ribadito che chi dichiara a rischio il nostro sistema bancario pronuncia menzogna. Il problema è che sappiamo – e questo è il mio commento – che gli affari italiani sono realmente a rischio. Non tanto un rischio che proviene dalla competitività estera, quanto dai capricci interni e ordini che provengono dagli ambienti più chiusi. Le azioni di Unicredit svettano oltre quota 2 euro soprattutto a causa della cessione del 10% del capitale di Finecobank, operazione che ha consentito all’istituto di incassare 328 milioni.

Secondo il Sole 24 Ore, i mercati del Vecchio Continente hanno apprezzato le indicazioni degli istituti di statistica di Germania, Francia e Italia, ossia di Ifo, Insee e Istat secondo i quali il Pil dell’Eurozona è stimato in crescita dello 0,3% nel secondo trimestre, dello 0,4% nel terzo e dello 0,3% nel quarto. Così la crescita media attesa per il 2016 è stimata attorno all’1,6 per cento. Una miseria? Si, se ci paragoniamo a paesi ancora in crescita ma, soprattutto, a quali sono i numeri per le perdite del nostro paese. Segneremmo un meno 8 per cento. Anche questa è una stima.

In generale, il quadro in Europa sembra rischiararsi con la nomina, in calendario domani, di Theresa May premier britannica, al posto di David Cameron.
L’FMI ha annunciato una sforbiciata alle previsioni di crescita dell’economia italiana proprio a seguito della Brexit. Si tratta di centesimi di percentuale che, comunque, fanno la differenza nel nostro caso e che si tramutano in milioni di euro. Il posizionamento dei forex trader in vista dei risultati del referendum Brexit sui maggiori Broker internazionali mostra un rischio limitato per gli intermediari.
da ilsole24ore.com

L’economia Italiana

Easyjet, come previsto, è stata una delle compagnie che ha velocemente sentito gli effetti della Brexit. Come mai? Per due ragioni: è una compagnia britannica e, soprattutto, è una compagnia low cost. O, magari, lo era. Quello che ha lanciato è un profit warning, ovvero un allarme sul guadagno. Secondo la compagnia, il referendum che ha decretato l’uscita del Regno Unito dall’Ue creerà incertezza tra i suoi clienti causando un calo dei ricavi almeno del 5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. E per una compagnia inglese, ovvero sia per una società abituata a crescere esponenzialmente, è un durissimo colpo. Qualcosa che le nostre attività hanno dovuto subire ferocemente per quasi dieci anni. Il titolo Easyjet in tre anni accelererà al ribasso con una perdita del 18%.

Stamane, il presidente della Repubblica ha avuto parole di conforto per le economie del Mediterraneo. Il 2015 segna il primo recupero del Mezzogiorno che registra un aumento del PIL dopo sette anni di cali consecutivi ininterrotti, secondo Istat. L’aumento è più marcato nel settore agricolo con un +7%.

Come temuto da diversi analisti, Brexit è invece un incubo le banche italiane, con i titoli sempre più in vendita che portano ad esempio Unicredit a valere ora meno due euro. George Soros ha scritto in un’opinione scritta per Project Syndicate che: “In Italia, un calo del 10% sul mercato azionario a seguito del voto Brexit indica chiaramente la vulnerabilità dell’Italia all’esplosione di una crisi bancaria”.

La mia opinione è facile da leggere e, anche, da indovinare. Analisti o presidenti, è il caro vecchio “rimboccarsi le maniche” che rende fattibile la vita sociale.

da lifegate.it

da lifegate.it

La famiglia

Un approfondimento sul tema della famiglia è necessario, specie per chi – conoscendomi – mi è stato vicino nei tempi più recenti.
Chi ha letto l’uomo è un Dio mancato, scritto a quattro mani assieme a mio figlio, avrà preso nota dei passati burrascosi e, comunque, in qualche modo dolci e nostalgici che ho riguardo i miei predecessori. I miei, vorrei chiamarli, antenati.

La famiglia è tale ed è, come recentemente l’ha chiamata Papa Francesco, rimedio contro lo sfaldamento sociale. Uno sfaldamento che stiamo vedendo sotto ogni punto di vista. Dal punto di vista di genere, dal punto di vista di relazioni, dal punto di vista – perché no? – politico. I popoli e le famiglie che lasciano la loro casa per trovare una situazione migliore sono accompagnati da povertà e lacrime, ha scritto Papa Francesco in un passaggio di un messaggio indirizzato ai vescovi laziali.

Commissione internazionale per le relazioni della coppia e della famiglia a Trento si è espressa: alla radice del bene comune ci può essere solo la valorizzazione della famiglia come soggetto sociale. Solo la famiglia che riesce ad assolvere al meglio le proprie funzioni generative, educative, relazionali rimane luogo di solidarietà e di umanizzazione della persona e della società, vera forza generatrice del bene comune.

Un palliativo alle incapacità statali? Affatto. Un destinatario di azione e motore principale delle attività di una nazione. Così è stato per me a mio tempo e così è ancora per mio figlio e tutte le persone che ci amano a loro volta.

da famigliacristiana.it

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I sondaggi sulla Brexit

da nextquotidiano.it

da nextquotidiano.it

La Brexit vince al referendum: la GB via dall’UE.

E’ stata una notte di fuoco quella che ha preceduto il giorno che verrà ricordato come il nuovo Indipendence Day. Dopo una notte di serrato testa a testa, ha vinto il Leave sul Remain.
“Dire che è un terremoto politico è riduttivo”, queste sono le considerazioni a caldo di un vincente Nigel Farage, portavoce di Ukip e a favore dell’indipendenza del Regno Unito, chiedendo poi le dimissioni del premier David Cameron.
Il primo ministro non si è fatto attendere: preso atto del risultato, è sceso in strada a Dowing Street e ha annunciato le sue dimissioni. Il negoziato di uscita sarà dunque guidato da un nuovo leader ma ha assicurato che sarà ancora primo ministro per i prossimi tre mesi.
Secondo il ‘sito della BBC, il Leave’ ha ottenuto il 51,9% dei voti e il ‘Remain’ il 48,1%. Per la Brexit hanno votato 17.410.742 elettori mentre per restare nell’Ue i voti sono stati 16.141.241. L’affluenza al referendum viene fissata al 72,2%.
A trionfare sono specialmente i quartieri popolari delle periferie, spaventati dalla globalizzazione, il voto di quella parte d’Inghilterra lontana dalle grandi città e che fatica a godere della propria fetta dei benefici dell’integrazione internazionale.

L’addio del Regno Unito colpirà negativamente l’economia e l’influenza internazionale del Paese. Le prime ripercussioni, già da questa mattina, con il crollo della sterlina, segnano i minimi dal 1985 sul dollaro. Si prevede inoltre che nel giro di un paio di anni Londra si troverà a dover innalzare le barriere tariffarie (dazi) sui prodotti esteri sui mercati internazionali, fatto che accadrà specularmente anche in altre aree economiche verso le quali, prima, vigevano trattati commerciali europei.
Tra tutte le conseguenze, ora in Europa si teme l’effetto domino degli altri paesi.
Ad ogni modo, per il momento il referendum sulla Brexit non è ancora legalmente vincolante, fino all’uscita formale si prevede che ci vogliano dai 2 ai 10 anni.

See EU later

Rubo il titolo a The Sun sulla questione che ci ha tenuti stanotte tutti con gli occhi aperti, scommetto che l’UE non cadrà ma diverrà sempre di più pangermanica. Questa mattina infatti il premier Matteo Renzi, dopo la vittoria del Leave, ha sentito al telefono il presidente francese François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel, per commentare l’esito del referendum, «Dobbiamo cambiare la Ue per renderla più umana».
Di tutt’altro umore è Salvini che stamattina ha esultato su Twitter. «Evviva il coraggio dei liberi cittadini! Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e ricatti» commentando il referendum con un «GRAZIE UK» e poi ha aggiunto che ora tocca a noi fare appelli per per il SÌ in Italia.
Onestamente sono sempre più contento con la mia scelta di vita orientata verso gli USA, anch’essi incerti sul futuro del Regno Unito.
Cito il New York Times, che con la Brexit, dice che si apre un “capitolo incerto della storia” del Regno Unito e poi si chiede: “ Che tipo di paese sarà ora? Sarà il paese che i leader del partito del ‘Leave’ insistono che sarà? O si ritirerà e diventare il ‘piccolo’ Regno Unito nazionalista e un po’ xenofobo? E ancora più importante: resterà unità? Con la Scozia pro-Ue, aumenteranno le pressioni per un altro referendum sull’indipendenza che potrebbero portare alla fine del Regno Unito”

da bbci.co.uk

da bbci.co.uk