UK e i trader internazionali

OANDA ha pubblicato il rapporto dei posizionamenti aperti dei suoi clienti. Poco più del 50 per cento delle posizioni aperte puntano sullo short sul cambio GBP/USD. Finché i broker avranno un certo bilanciamento tra le posizioni dei clienti tra short e long, i rischi per l’industria del Forex in vista di una Brexit rimangono limitati. Una prospettiva che può influenzare i requisiti di liquidità in modo sostanziale.

Sarà probabilmente la nomina di Theresa May a premier, accelerando le procedure di uscita del Regno Unito dalla UE, a far si che listini Del Vecchio Continente beneficino del segno positivo per il 2016, mentre si prepara a un buon avvio anche Wall Street, dove si preannunciano nuovi record. Milano corre più velocemente delle altre Piazze europee che, comunque, sono tutte in verde. Per oggi. Pier Carlo Padoan da Bruxelles ha ribadito che il sistema italiano è solido ma che ci sono poche specifiche criticità. Il ministro ha ribadito che chi dichiara a rischio il nostro sistema bancario pronuncia menzogna. Il problema è che sappiamo – e questo è il mio commento – che gli affari italiani sono realmente a rischio. Non tanto un rischio che proviene dalla competitività estera, quanto dai capricci interni e ordini che provengono dagli ambienti più chiusi. Le azioni di Unicredit svettano oltre quota 2 euro soprattutto a causa della cessione del 10% del capitale di Finecobank, operazione che ha consentito all’istituto di incassare 328 milioni.

Secondo il Sole 24 Ore, i mercati del Vecchio Continente hanno apprezzato le indicazioni degli istituti di statistica di Germania, Francia e Italia, ossia di Ifo, Insee e Istat secondo i quali il Pil dell’Eurozona è stimato in crescita dello 0,3% nel secondo trimestre, dello 0,4% nel terzo e dello 0,3% nel quarto. Così la crescita media attesa per il 2016 è stimata attorno all’1,6 per cento. Una miseria? Si, se ci paragoniamo a paesi ancora in crescita ma, soprattutto, a quali sono i numeri per le perdite del nostro paese. Segneremmo un meno 8 per cento. Anche questa è una stima.

In generale, il quadro in Europa sembra rischiararsi con la nomina, in calendario domani, di Theresa May premier britannica, al posto di David Cameron.
L’FMI ha annunciato una sforbiciata alle previsioni di crescita dell’economia italiana proprio a seguito della Brexit. Si tratta di centesimi di percentuale che, comunque, fanno la differenza nel nostro caso e che si tramutano in milioni di euro. Il posizionamento dei forex trader in vista dei risultati del referendum Brexit sui maggiori Broker internazionali mostra un rischio limitato per gli intermediari.
da ilsole24ore.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *