Le difficoltà internazionali non frenano la ripresa del Piemonte

Uso un titolo di Augusto Grandi per indicare ancora spazi di speranza per i nostri giovani. Il Piemonte, uno spazio del tutto nostrano.
Una meta che recentemente è stata coronata da Kimblerly-Clark, colosso del settore della carta mondiale, con impianti nuovi e investimenti stellari.

Ad oggi: migliorano ulteriormente (da +10,3 a +12,3) le aspettative relative alle esportazioni. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva raggiunge il 73% e questo determina aspettative di incrementi occupazionali e di riduzione della cassa integrazione; sempre secondo il Sole 24 Ore. Di questi tempi, due punti percentuali sono qualcosa di grandioso. 

«Il tenore complessivo dei giudizi espressi dalle imprese – afferma Gianfranco Carbonato, presidente di Confindustria Piemonte – è incoraggiante, in una situazione che presenta numerose criticità: dalle minacce del terrorismo internazionale ai problemi di natura geopolitica, sino al rallentamento di molte economie emergenti». Carbonato rientra tra i nomi in lista come candidato al comitato di controllo assieme alla presidenza del gruppo Sanpaolo assieme a Gian Maria Gros-Pietro. Sebbene il nome di Gros-Pietro sia rimasto sempre in pole position, la candidatura del professore torinese di economia industriale, già presidente dell’Iri, ha dovuto fronteggiare nelle ultime settimane quella dell’ex ministro dell’Economia e direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni. Poi l’accordo siglato tra le quattro principali fondazioni, non sottoscritto dalla Fondazione Carifirenze.

Insomma, quello Piemontese è un mondo fervido. Un mondo al quale i giovani dovrebbero guardare con speranza. Come sto ripetendo spesso, tutto ciò che posso fare è indicare ai giovani un modo per realizzare sé stessi.
Economia, politica e movimenti finanziari, forse, non dovrebbero essere finalizzati a loro?

da lastampa.it

da lastampa.it

 

Technogym si avvicina a Piazza Affari

da youtube.com

da youtube.com

La società ha presentato a Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione delle proprie azioni ordinarie sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana.

Sempre in data odierna, Technogym ha presentato la richiesta di approvazione della nota informativa sugli strumenti finanziari e della nota di sintesi alla Consob, cui in data 22 febbraio 2016 la società aveva presentato richiesta di approvazione del proprio documento di registrazione.

Fondata nel 1983, Technogym è un’azienda leader mondiale nella fornitura di prodotti, servizi e soluzioni per il fitness e il wellness. L’azienda oggi conta circa 2.000 dipendenti presso le 14 filiali in Europa, Stati Uniti, Asia, Medio Oriente, Australia e Sud America ed esporta il 90% della propria produzione in oltre 100 paesi. Technogym è stata fornitore ufficiale delle ultime cinque edizioni dei Giochi Olimpici: Sydney 2000, Atene 2004, Torino 2006, Pechino 2008 Londra 2012, ed è stata scelta come fornitore ufficiale anche per Rio 2016.

Chi ricorderà di loro in Expo?
Ecco finalmente un gruppo nel quale vorrei vedere più giovani. I ragazzi italiani sono pronti e preparati e il settore de fitness è sempre in espansione!

Erasmus: 7 italiane perse

Torniamo a parlare di tragedie, anche giovanili. Torno a parlare di programma Erasmus (sebbene molto alla larga) perché di sette vittime italiane in Catalogna il cento per cento appartenevano al programma. E non solo. Altre sei vittime erano come loro dirette a Barcellona da Valencia dopo una festa popolare.

Il premier ci ha fatto sapere tramite social network che è andato ad abbracciare i feriti e le famiglie delle vittime assistite dalla Farnesina e dagli ambasciatori italiani.
Dopo la festa della donna, festeggiata nemmeno tre settimane fa, non vorrei dover arrivare ad istituire la festa degli studenti. Si perché certi generi di memorie popolari diventano norma a seguito di grandi perdite.

Nera ironia, ma non a caso e non per crudeltà. Ricordiamo i nostri figli morti in Egitto e negli altri paesi stranieri come effetto collaterale della loro formazione. Formazione che in un paese come gli Stati Uniti avviene in territori con unità linguistica, politica e monetaria.

Da noi, invece, si è fortunati se c’è la terza.
È importante importare il know-how, è vero. L’ho sempre sostenuto e lo ribadisco con forza. Ma se non ci sono controlli, beh …
Ci sarebbe da tornare indietro di una pagina, a quella grave nota alla buona uscita di Patuano – da dirigente, non da imprenditore, secondo la legge italiana – e decidere di rivolgere altrove sforzi economici.

Tredici vittime, di cui sette italiane, morte per la sonnolenza di un autista che forse lavorava troppo.

da ilsole24ore.com

da ilsole24ore.com

Patuano: 7 milioni di uscita

Mi piacerebbe capire se è un demerito o se invece è il giusto riconoscimento per un lavoratore. Distinguerei tra imprenditore e manager.
L’imprenditore si accolla il rischio d’impresa. Lo studiamo alla facoltà di legge tanto a quella di scienze della formazione. E direi che anche un buono studente di lettere moderne potrebbe arrivarci da solo.

Ma andiamo per gradi.

Marco Tatuano, AD di Telecom Italia ha dato le proprie dimissioni. L’azienda ha pubblicato una nota in cui spiega che l’«efficacia è subordinata all’approvazione da parte dei competenti organi sociali dei relativi termini e condizioni». Marco Patuano, aggiunge il comunicato del gruppo tlc, «si qualifica come amministratore esecutivo non indipendente; alla data odierna, possiede 70.000 azioni ordinarie e 30.000 azioni di risparmio Telecom Italia».

Evidentemente il confine non è così sottile come credevamo. Si tratta di un manager pubblico – quindi di un dipendente, si – ma un dipendente con partecipazioni sociali.
Per chi mastica un po’ meno il gergo dell’imprenditoria, voglio farla semplice. Marco Patuano possedeva circa centomila azioni dell’azienda di cui era dipendente. Quindi in realtà era anche il proprio datore di lavoro. E qui aprirò un’altra finestra.

Ma è bene ricordare un semplice conto. Se ognuna di quelle azioni ordinarie in cui ha investito l’ex AD avesse avuto valore di mercato pari ad un euro cadauna e in un mese avesse sistematicamente fatto quello che fanno molti dipendenti pubblici – cioè marcare il badge e tornare a casa – avrebbe praticamente perso tutti i suoi soldi.

È pur vero, e torno all’argomento precedente, che con cifre simili ci si può sedere al tavolo dell’assemblea dei soci e dettare condizioni simili per cui avrebbe continuato a guadagnare a scapito degli stipendi di altri dipendenti a livelli differenti. Com’è pur vero che ogni buon manager sa crearsi la propria motivazione.

Quel che è contestabile è quel che riassume in due righe il Sole 24 Ore: si parla di circa 7 milioni di euro, qualcosa in più di due anni di retribuzione, come previsto dal contratto dei dirigenti.
Contratto dei dirigenti? Parliamo del rischio di impresa dei soci. Quello lo comprenderei.

Con l’addio di Patuano scatta l’iter per trovare il suo successore. Tra i favoriti, compare, nonostante le smentite ufficiali, l’ad di Ntv, Flavio Cattaneo.

da corrierecomunicazioni.it

da corrierecomunicazioni.it

Laureati che si prostituiscono

da studenti.it

da studenti.it

Ho già trattato di prostituzione di studenti, ma più diffusamente si abbina questo fenomeno alle ragazze. Sarà per una visione maschilistica che ancora abbiamo del mondo; tuttavia, voglio scrivere di un articolo che ho trovato su studenti.it che ha colto la mia attenzione e, soprattutto, ho fortuitamente trovato in un periodo in cui avevo già sentito e visto di eventi simili.

Estraggo questa storia senza modifiche dal sito di cui sopra, in modo da dare un punto di vista quanto più oggettivo possibile.

Sono un Dottorando senza borsa di studio e tra 10 anni mi vedo molto male. La mia generazione è senza molte chances, la crisi che attanaglia il mondo e soprattutto il nostro paese ci taglia fuori da tutto. Ci manca il know-how per lavorare, ci tolgono il diritto di vivere la nostra vita.

Ci tolgono il diritto di avere dei figli, ne ho discusso spesso con la mia ragazza – lei sa’ della mia doppia vita –  ma mi chiede “Che certezze gli daremo? Continuerai a prostituirti per dare loro un’esistenza? Se è così meglio di no.”
Già meglio di no.

Un passaggio però mi ha fatto lievemente inquietare. “Ci manca il know-how per lavorare”. In questo caso si tratta di un dottorando, di un ragazzo che ha avuto almeno cinque anni per studiare. Già. Ma studiare …e basta? Il tempo di acquisire un know-how prima dei venticinque anni era fruibile.

Continuo con questo estratto.

Con questo lavoro, guadagno abbastanza per avere una vita decente: 100€ a incontro, di solito faccio solo due incontri al giorno – ma potrebbero essere anche molti di più –  e settimanalmente arrivo a guadagnare più o meno 1000€.

E ancora:

In famiglia non sanno che mi prostituisco, cosa accadrebbe se sapessero che il loro perfetto figlio maschio si prostituisce con uomini, donne, coppie? Uno scandalo, anche perché abito in un piccolo centro del Nord anche se mi prostituisco soprattutto nelle zone di Torino/Costa Azzurra/Milano/Valle D’Aosta.

Voglio astenermi da qualsiasi tipo di commento. Ci sono alcuni milioni di stagisti in Italia che possono farlo al mio posto.
Solo un conto: “di solito faccio solo due incontri al giorno”, considerano che non sono tutti quanti vicini  – si parla di Costa Azzurra e Milano – e che guadagna la bellezza di mille euro a settimana, direi che più o meno si è capito qual è il suo business e la sua vita.
Cercate un qualsiasi dottorando e parlateci. Tutto questo tempo non esiste.

L’uomo è un Dio mancato

disponibile gratuitamente

disponibile gratuitamente

Ho deciso di rendere disponibile in maniera gratuita – e a mie spese – il libro che ho redatto con l’aiuto di mio figlio Angelo.
Un’autobiografia scorrevole e facile da intendere. Un racconto familiare e imprenditoriale.

Impresa. L’impresa è quello che voglio spiegare con parole mie, con esempi miei, con esperienza mia. Consiglio la lettura di questo testo, gratuito perché privo di fini economici e perché, come diceva Sartre, è solo l’uomo che può dar valore alle cose. E non il vil denaro.
Scrivo spesso grazie a mio figlio e ne rendo pubblica la consultazione pensando a voi come a lui.
Ai giovani manca la speranza in questo paese. Quello che posso fare è cercare di aiutarli a costruirsela.

Non mi spendo in ulteriori parole. Tanto basta sapere che sono già descritte qui, cliccando sul link di seguito. Vi auguro una buona lettura.

L’uomo è un Dio mancato.

Italia: Draghi. Germania: Volkswagen.

da yahoo.com

da yahoo.com

Buongiorno a tutti. Dopo sette giorni di silenzio torno carico di notizie. La prima attiene ai miei più cari temi, come molti sapranno. La finanza ed il trade internazionale.

Askanwews indica che ci sono ben 278 investitori istituzionali che hanno fatto causa al gruppo Volkswagen per oltre tre miliardi di euro. Ricorderete lo scandalo emissioni che ha travolto la casa automobilistica tedesca lo scorso anno, causando le dimissioni repentine di Michael Horn.
Spero che mi leggano in molti, ma spero ancora di più che mi leggano i giovani. Giovani sempre più disperati per il destino del nostro paese e che guardano alla Germania come meta ultima, il paese con il più basso tasso di disoccupazione di sempre.

Rimane anche e sempre il paese della Volkswagen. Tre miliardi di euro – e non ci vuole la mia esperienza per dirlo – faranno capitolare sempre e comunque qualsiasi gruppo. Tre miliardi di euro verranno patteggiati in quel di Braunschweig, in Bassa Sassonia, per una quota più bassa. Il che cambierà per sempre, comunque, il volto della casa tedesca. In peggio.

Giovani, non lasciate il nostro paese! E se lo fate, fatelo per acquisire know-how. Ho spesso difeso chi partiva, certo, e io stesso parto sovente per la Grande Mela. Ma se auspicassimo tutti a cercare fortuna altrove, dimenticandoci delle nostre radici, immaginiamo cosa lasceremmo alle nostre spalle.

Specie pensando allo spread attuale che con Draghi torna finalmente a 101. Considerate, lettori, che è un effetto legato in prima misura all’aumento del ritmo di acquisti dei titoli di Stato da 60 a 80 miliardi al mese e anche, se pur indirettamente, all’inclusione dei corporate bond nel piano dell’Eurotower.

Riporto, in ultimo, un trafiletto da ilsole24ore.com
Una notizia di cui gioiranno soprattutto i giovani:

Un mese e mezzo alla scadenza del 30 aprile entro cui vanno integrate le domande presentate entro fine 2015 per il patent box, la nuova detassazione sui redditi prodotti da marchi, brevetti e know how. Restano, però, diversi nodi aperti, dalle modalità di calcolo dell’agevolazione ai comportamenti da adottare nel caso in cui si decida di fare un passo indietro sull’opzione. Tutti gli approfondimenti sul Sole 24 Ore in edicola.

da yahoo.com

da yahoo.com

Gli orrori della droga. E dei folli

Manuel Foffo confessa: «Eravamo usciti per cercare una vittima». Hanno ucciso per vedere che effetto faceva. Marc Prato, il secondo di questi degenerati, ha tentato il suicidio dopo l’omicidio di Luca Varani. Il povero martire.
Ci lamentiamo di quanto possano essere sovraffollate le nostre carceri quando invece dovremmo gioire a sapere a quanti pochi diritti possano accedere ragazzi che si votano ad alcol e droga così facilmente. Perché tutto quello che è avvenuto è dovuto a questi grandi acceleratori di pazzia. Non so come altro chiamarli.

Ci sono tanti giovani – e non solo – vittima dei propri vizi. Ma tanti di questi cercano aiuto. Si affidano a mani di autentico amore. Le cercheranno anche Foffo e Prato, certamente, ma dopo aver toccato il fondo. Il primo ha raccontato tutto. Sevizie, torture e martellate. Foffo abita da solo. «Avevo appena perso mio zio, morto in ospedale, gli ho chiesto se potevamo passare insieme un po’ di tempo». A metà febbraio su Facebook Varani aveva condiviso un post: «Dio creò Adamo ed Eva, non Adamo e Claudio».
Spero non sia questo il viatico del delirio.
Oramai anche chi esprime le proprie idee – e presto saremo chiamati a farlo tramite referendum – idee del tutto consolidate nella nostra storia, ha di che temere?

da romatoday.it

da romatoday.it

Gli sciacalli libici

Lo Stato italiano deve una risposta di verità a Rosalba»: lo ha detto Francesco Caroleo Grimaldi, avvocato della vedova di Salvatore Failla, uno dei due ostaggi uccisi in Libia, intervenendo ad Agorà su Rai Tre. E di certo non solo a Rosalba. E, ancora, non c’era bisogno che si pronunciasse un legale. Ricordo ancora quando ho scritto di ragazzi che potrebbero essere i miei figli. Ragazzi morti.

E questi potrebbero essere miei fratelli. Sono miei fratelli. «A nessun essere umano auguro sette mesi di umiliazioni, vessazioni, ritorsioni come quelle che abbiamo dovuto subire. Nessuno dovrebbe patire mai qualcosa del genere. Tutto a opera non di bande armate, ma di criminali, ripeto, di criminali […] Penso al dolore delle loro famiglie. Così come penso alla gioia dei cari di Filippo Calcagno, che ringrazio per aver fatto il possibile per salvarci».

Non si sa se ci sono stati dei passaggi o se c’è stato un effettivamente un intervento dell’Isis. Non si sa in quale modo e da chi sono partiti i colpi che hanno ucciso Salvatore Failla. Non si sa neanche se si riuscirà a evitare l’autopsia, che la signora Failla avverte come un oltraggio.
Ebbene, se questa è democrazia, la stessa democrazia che non fa mangiare i bambini di genitori che evadono le tasse, allora il potere del “demos” andrebbe giustamente rispettato. Innanzitutto, il demos italiano vuole che i corpi non rimangano presso Sabrata, come è tutt’ora. Vogliamo avere piena sovranità su un caso che è successo a nostri uomini. Tecnici italiani. Tecnici la cui memoria deve essere rispettata.

Criminali comuni, non legati a Is. Secondo quanto emerge dalle parole dei due tecnici, il gruppo che li ha tenuti prigionieri sarebbe composto da islamisti non direttamente riconducibile all’Is.
Deposto un qual certo despota di cui non facciamo il nome, eccoci piombati nel caos del vicino. Caos di cui non conosciamo i risvolti.

da ilsecoloxix.it

da ilsecoloxix.it

Hillary, criminale

da ilpost.it

da ilpost.it

Con il Super Tuesday Hillary Clinton e Donald Trump hanno dominato mentre il senatore democratico Bernie Sanders porta a casa anche l’Oklahoma, finisce a mani vuote la serata di Marco Rubio, sui cui puntava l’establishment sperando nel miracolo. La sfida in vista della volata finale verso la Casa Bianca, insomma, è sempre più tra l’ex first lady e il tycoon di New York. Un tycoon molto vicino a certi ambienti e lievemente lontano da alcune mie posizioni.

Ma la grande mela è sempre stata dei conservatori e lo sarà ancora a lungo. Mayor o no. Del resto, un paese che ha abolito la schiavitù mentre tutto il vecchio continente pullulava di tratte di ogni genere di immigrato era guidato da un conservatore all’epoca dei fatti. E, per pazza che possa essere – o che possa venir dipinta! – una posizione sui generis come quella di chi vive le stesse paure del suo elettorato, gli atti pratici di Donald Trump non si fermerebbero ad un banale muro. E certamente non è quello il problema!

Quello che Hillary ha fatto è un atto criminale. Non è meno di quanto fatto nel watergate, a mio avviso. E non voglio nemmeno arrivare a polemiche tanto ben servite su un piatto d’argento da Crozza in uno dei suoi ben noti appuntamenti serali quando parla di lei esterrefatto per il comportamento degli americani in guerra e con le intelligence dei paesi musulmani, quando non sono quelli dei terroristi.

Quello che lei ha fatto è un atto criminale. E noi ci fermiamo all’idea dei muri. Durante i suoi quattro anni di mandato da segretario di Stato americano, Hillary Clinton ha usato per le cose di lavoro sempre e solo il suo indirizzo personale di posta elettronica: la cosa ha impedito alle autorità federali statunitensi di acquisire i registri delle sue comunicazioni professionali, come da prassi per chi ricopre incarichi pubblici, e, secondo posizioni eminenti di opinion leaders come il New York Times, quindi non necessariamente secondo Trump, avrebbe violato la legge. Del resto se scrivessi alcune semplici parole – FBI, San Bernardino, strage, iPhone – evocherei facili pensieri.