Economia: Primo Maggio festa del lavoro? Quale lavoro? Eppure basterebbe poco.

L’art. 1 della nostra Costituzione inizia così: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. ………

Oggi 1 maggio festa del lavoro.  La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti Paesi del mondo per ricordare l’impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti dai lavoratori in campo economico e sociale. Dal 1990 i sindacati confederali italiani CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, organizzano un grande concerto per celebrare il primo maggio, con una massiccia partecipazione di giovani (DISOCCUPATISSIMI) e cosi invece di pensare al lavoro, tutto si trasforma in una INUTILE FESTA di droga, alcol e insudiciamento di una città già in rovina dal malsano e incompetente governo della Sindaca Virginia Raggi.

E’ un controsenso festeggiare il lavoro mentre in Italia il lavoro è così poco, precario al unto che si stanno creando i nuovi schiavi con un fenomeno che è quello dell’immigrazione incontrollata e sicuramente voluta da un occulta regia.

La politica non ha strategie chiare per affrontare la situazione, e probabilmente pilotata non le vuole avere e ne le cerca. Né le hanno i sindacati, probabilmente venduti a questo aberrante sistema di manipolazione e dominazione delle masse impoverendole.

La sinistra ha sciupato tutto parlando di un inutile e dannoso Jobs Act che doveva fare miracoli invece ha creato al contrario nemmeno un minimo di decenza a un mercato in cui troppo spesso flessibilità in realtà porta al precariato.

La destra si è fissata per anni sull’Articolo 18 , invece di spingere agli investimenti e a una drastica detassazione per le imprese, e battere sul Made in Italy, fermando la scarsa qualità proveniente da alcuni paesi esteri.

L’armata Brancaleone del M5S hanno come riferimento teorie balzane tipo quelle del prof. De Masi sul lavoro gratuito unica soluzione alla crisi, o progetti insostenibili come il reddito di cittadinanza.

Insomma ricette tutte fallite o irrealizzabili che fanno si che il Primo Maggio è una “data della vergogna” specie in Italia, per la nostra classe politica incapace di trovare soluzioni per la crescita e la creazione del potere d’acquisto che fa volare di conseguenza l’economia.

Siamo stati superati in miglioramenti addirittura da Paesi come Spagna e Grecia.

Eppure basterebbe semplicemente ridurre le tasse drasticamente a un 20%, sbloccare l’edilizia (obbligando alla salvaguardia ambientale giustamente senza esagerare), sbloccare le opere pubbliche di cui necessita il Paese a partire dalle opere ambientali (tipo l’amianto) e strade, ferrovie e scuole, nonché case popolari.

Ciò porterebbe a lavoro per milioni di persone, di conseguenza aumento del potere d’acquisto, di conseguenza matrimoni, figli, richiesta di beni e servizi, aumento del gettito fiscale etc. etc. e la ruota non si ferma più.

Ma abbiamo una classe politica incompetente e vigliacca, senza attributi, che perde tempo a litigare e stare dietro a movimenti di disorientati e incompetenti.

Coraggio e facciamo diventare il Primo Maggio, la festa del lavoro e non la festa della disoccupazione.

Arturo Di Mascio