Reddito di Cittadinanza: abolito o riformato? Il parere di Arturo Di Mascio

Non voglio entrare nelle beghe dei partiti su: Reddito di Cittadinanza si, o no.

L’introduzione del Reddito di cittadinanza è stato, specialmente durante la pandemia,  un grande aiuto contro la povertà, ma allo stesso tempo, la misura presenta numerose criticità, palesi agli occhi di tutti.

Il sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali cita: Il Reddito di Cittadinanza (RdC) è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Si tratta di un sostegno economico a integrazione dei redditi familiari associato a un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro ed un Patto per l’inclusione sociale.

Se la misura ha rappresentato un sostegno contro la povertà per molti percettori, il bilancio sul fronte delle politiche attive del lavoro è altamente deficitario.

Il fallimentare utilizzo dei “navigator” è sotto l’occhio di tutti, quei pochi che hanno trovato lavoro, lo hanno trovato maggiormente tramite amicizia o per casi fortunosi. Un altro dato da considerare è che a oggi sono stati spesi circa 25 miliardi per questa misura economica.

C’è chi propone il rafforzamento del reddito di cittadinanza, chi ne chiede l’abolizione e chi una revisione.

Per quanto mi riguarda, ritengo che la misura è nata con dei buoni propositi per poi rivelarsi, un vero sostentamento alle famiglie più povere, ma anche un opportunità per truffatori e delinquenti di ogni specie.

Infatti se guardiamo i dati ufficiali: 

Reddito di cittadinanza a detenuti, spacciatori e Rom: i dati della Guardia di finanza“. La denuncia: “Nei soli mesi di giugno e luglio le Fiamme Gialle hanno intercettato truffe per oltre 2,6 milioni di euro che vanno da Nord a Sud dell’Italia”. E se poi analizziamo allora i dati relativi al periodo gennaio 2021 – maggio 2022: il totale dei “furbetti” è stato di circa 29mila persone, che si sarebbero “spartiti” 288 milioni di euro. E non finisce qui.

E’ dunque auspicabile e necessaria una «profonda riforma» del Reddito di Cittadinanza. Bisogna sicuramente mantenere il sostegno al reddito «per i percettori inidonei al lavoro, rivedendo i criteri di accesso, dando maggior peso al quoziente familiare, rimodulando gli importi in funzione delle differenti soglie di povertà assoluta (e quindi del potere d’acquisto) registrate sul territorio nazionale». Mentre per i percettori idonei all’attività lavorativa, «la misura deve essere  riformata trasformandola in un vero e proprio ammortizzatore sociale finalizzato all’occupazione: corso di formazione, tirocinio e contrattualizzazione dei percettori a fine percorso, utilizzo dei comuni e regioni per interventi temporanei (come pulizia spiagge, giardini, strade, traffico scolastico etc. ) e attraverso il coinvolgimento delle agenzie private del lavoro, delle associazioni datoriali e inoltre attraverso l’utilizzo di incentivi fiscali e contributivi per l’assunzione dei percettori».

Giuste le parole di Draghi: “Il reddito di cittadinanza è una misura importante per ridurre la povertà, ma può essere migliorato per favorire chi ha più bisogno e ridurre gli effetti negativi sul mercato del lavoro”.

A fronte di tutto questo bisogna lavorare per creare occupazione, defiscalizzare le imprese che assumono, ridurre le tasse sulla busta paga e a carico di imprese e lavoratori, incentivare ancora di più il potere d’acquisto delle famiglie che porterebbe a un aumento dei consumi, della richiesta e di conseguenza dell’offerta che sbloccherebbe il meccanismo dell’economia circolare, fino a creare tanta occupazione che il RdC diventerebbe il solo strumento per combattere la povertà che non ha soluzione immediata, cioè di chi in qualche modo è impedito a lavorare come ad esempio le casalinghe con più figli e i percettori di pensioni basse,  e quindi il dovere dello Stato è di aiutare i cittadini più deboli.

Voglio concludere con una cosa che non deve avere il sapore della dittatura, ma che ritengo giusta. Cioè: CONTROLLO RIGOROSO DELLE FORZE DI POLIZIA SU CHI NE HA DIRITTO DAVVERO, E ARRESTO CON PROCESSO PER DIRETTISSIMA A CHI NE APPROFITTA PER TRUFFARE LO STATO.

Arturo Di Mascio – Economista

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