Europa: USA, non vi temo

Yahoo riporta una importante opinione, oggi, grazie a Rossana Prezioso:

Le Banche Centrali guidano il mercato, ormai è chiaro e palese a tutti. Oggi se n’è avuto un esempio partendo proprio dalla richiesta fatta dalla Bce (Toronto: BCE-PA.TOnotizie) alle banche italiane per riuscire a capire lo stato effettivo dei crediti in sofferenza, richiesta che ha creato tensioni in realtà già presenti ma che sono uscite prepotentemente allo scoperto.

Tra Fed e Bce

La Bce per molti è stato il trampolino che ha permesso ai mercati europei di riacquistare un po’ di serenità dopo i travagliati momenti che hanno visto la Grecia come protagonista e l’euro a rischio dissolvimento. Eventualità che è stata esclusa sia grazie a una serie di provvedimenti di politica monetaria ma anche grazie alla scelta storica di un Quantitative Easing europeo sulla falsariga di quello statunitense proprio mentre dagli Usa la politica del taglio dei tassi e dei rendimenti a zero giungeva al termine. Ecco allora che dopo anni di politiche accomodanti e svalutazioni più o meno competitive le due grandi protagoniste, Fed e Bce vedono le loro strade dividersi: da una parte la Federal Reserve decisa a voler intraprendere una strada di normalizzazione che però dovrà anche tener conto delle sempre più numerose incognite presenti sui mercati internazionali, dall’altra invece la Bce che, conscia di una situazione ancora pericolante e irta di difficoltà tra le mura del Vecchio Continente è disposta a prolungare la sua strategia di stimolo anche oltre il marzo del 2017, ultima data annunciata come termine del QE in parallelo, per quanto non ancora ufficializzato, a possibili implementazioni anche sul fronte della quantità di liquidità immessa

La view di  La Financière de l’Echiquier

Ed è da questo punto che parte il commento mensile di La Financière de l’Echiquier che paragona il movimento di rialzo dei tassi USA alla guerra del tenente Drogo ne Il Deserto dei Tartari ovvero sempre annunciato e mai avvistato. Almeno fino a quello storico 16 dicembre del 2015 quando Janet Yellen ha dato l’annuncio. Poco prima Draghi aveva spostato invece il termine ultimo di chiusura del QE dal settembre del 2015 a marzo del 2016, con la prima conseguenza, come fanno notare a La Financière de l’Echiquier, di un -8% dell’euro contro il dollaro dopo il rimbalzo di ottobre che lo aveva portato a 1,15. Per quanto riguarda l’andamento dei mercati obbligazionari per loro i tassi a lungo termine statunitensi tenderanno al rialzo mentre in Europa, caso raro, si avrà una permanenza dei tassi bassissimi i quali non saranno influenzati dal trend statunitense il quale semmai, potrebbe essere trascinato al ribasso sull’andamento dei tassi, una causalità che si è evidenziata, secondo La Financière de l’Echiquier dal 2014  il che evidenzia una leadership del mercato europeo che resta comunque forte vista la possibilità di avere vita propria e di restare impermeabile alle influenze Usa.

da italiamagazineonline.it

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