2015: anno peggiore per la finanza?

trends-e1415821314282

da procurementprofessionals.org

Non si sospettava un anno così ricco di crisi sino alle analisi degli economisti. Crisi che hanno costretto la UE a piegarsi davanti alle emergenze dell’attualità. Non tutte queste sono provenienti dal mondo finanziario. Ma andiamo per ordine.

L’anno si è inaugurato con la crisi greca. Mai un paese membro dell’area euro è stato così vicino al’uscita dall’area. Grexit, in questo caso. Il popolo ellenico si è espresso tramite referendum in merito al piano della troika. Piano bocciato dai votanti. Il patto di Tsipras ha condotto all’umiliazione per il popolo greco, nonostante l’assenza di migliori alternative. Debiti alle stelle per questa popolazione.

È andata solo leggermente meglio nel caso delle trattative tra UE e UK. Con l’obbiettivo di trovare una serie di nuove concessioni per il sistema inglese in vista del referendum del 2017 – referendum dall’esito sempre più scontato – con il quale il Regno Unito sceglierà se rimanere nell’Unione Europea o meno. La cosiddetta Brexit. È proprio la qualità e la quantità delle concessioni che Cameron riuscirà a strappare a Bruxelles che la determinerà. Si possono solo immaginare quali saranno le ripercussioni sull’economia continentale.

Vicino oriente e area slava non esitano ad aggiungere la cronaca agli accordi economici internazionali. Intanto, i flussi migratori possono avere ripercussioni non solo per l’immediato impatto sulle risorse delle comunità europee locali ma anche sulle leadership nazionali. Angela Merkel gioca la propria sulla capacità di gestire gli afflussi di migranti. E problema non meno grave è quello rappresentato dallo Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS), che causa parte di questi flussi. La spesa militare in Siria comincia ad ingrossare il peso del proprio capitolo nel bilancio dei paesi della comunità. Senza contare per quello a cui stamane, ad Agorà, inneggiava Salvini. Quello per la pubblica sicurezza.

Le più recenti ripercussioni sul trade internazionale secondo il Sole 24 ore: «La nuova correzione del petrolio fiacca i tentativi di rilancio dei listini europei, che dimostrano di aver smarrito la bussola in questo finale d’anno e chiudono in deciso rosso la prima seduta settimanale. Dopo una mattinata a tratti vivace sui listini, le vendite sugli energetici, innescate dal -1% del Wti a 35,68 dollari al barile e dal -1,5% del Brent a 36,3 dollari, e la perdita di forza di Wall Street (piatto il Dow Jones) hanno esaurito i guadagni.»

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *