Indici e terrore, ancora

“Era assai prevedibile che i jihadisti europei tentassero di vendicarsi e che altre cellule terroristiche fossero già pronte a entrare in azione. Dopo tanti vertici in cui è discusso di collaborazione tra i servizi europei la realtà tragicamente dimostra che neppure belgi e francesi riescono a cooperare tra di loro.” – Commenta Alberto Negri sulle pagine de il Sole 24 Ore. “2015 viene fermato insieme a Mohammed Belkaid, in arrivo dall’Ungheria, dai poliziotti austriaci, tetragoni architetti di barriere anti-migranti, ma incapaci di fare un accertamento come si deve: lo lasciano andare in compagnia di un altro candidato kamikaze.”

da rackcdn.com

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Era esattamente quello che dicevo qualche articolo fa. Ma chi lo ha letto? Chi lo ha commentato? Ho deciso di promuovere la pagina e i miei contatti social per far sì che la mia voce non rimanga muta, sopita e soppressa sotto la marea di commenti. Basta svegliarsi all’indomani della Santa Pasqua per sentire che i nostri figli, ancora una volta, sono stati ammazzati a Bruxelles o in Egitto.

E tuttavia voglio riportare le parole di un altro giornalista del Sole 24 Ore, Enrico Marro, che ha scritto: “quando l’economista Stefano Fugazzi di Abc Economics ha provato a esaminare il comportamento dell’indice della paura (ossia il VIX, che misura la volatilità implicita di Wall Street) – si è trovato davanti a una sorpresa. Le stragi di Parigi di venerdì scorso, quella di Charlie Hebdo a gennaio, ma anche le bombe a Londra del 2005, quelle sui treni di Madrid del 2004 e l’attacco all’America dell’11 settembre 2001. In tutti questi casi l’indice Vix ha in qualche modo segnalato, nei cinque giorni precedenti alle stragi. Attivo dal 1992, il Vix misura la volatilità dell’indice S&P 500 di Wall Street attraverso le opzioni (che sono strumenti derivati). In pratica, ci dice qual è la violenza dello spostamento dei prezzi che i mercati si attendono per il prossimo futuro. Più l’indice è alto, maggiore è la paura di un repentino sbalzo della Borsa. Quindi, nelle cinque sedute di Borsa precedenti gli attacchi, l’indice della paura è salito. Non solo e non tanto nel giorno dell’attentato, quanto nella media di quelli precedenti. Secondo elemento comune è il fatto che il giorno dopo gli attentati il Vix ha sempre chiuso a un livello inferiore a quello della seduta precedente.”

Mi perdonerete se mi sono soffermato nel riportare così questa notizia, senza ritoccarla. Eppure questo tipo di coincidenza mi ha molto colpito e, prometto, provvederò a seguire notizie simili.