LE GUERRE VANNO FERMATE. SONO FOLLIA PURA.

guerraATTUALITA’: LE GUERRE VANNO FERMATE. SONO FOLLIA PURA (di Arturo Di Mascio) di Redazione il 19 luglio 2014.

E’ passato poco o più di un mese da quando Papa Francesco invitò in Vaticano i capi di stato dei due Paesi che sono in guerra, si può dire da sempre. Shimon Peres, allora ancora presidente d’Israele arrivò per primo in Vaticano, e poi arrivò Abu Mazem, presidente della Palestina, ed e entrambi sembravano davvero felici di questa splendida iniziativa del Papa. Un incontro storico che mise speranza nei cuori di tutti i cittadini del mondo che vogliono la pace. La speranza che forse era stato gettato il seme di un dialogo nuovo per chiudere un capitolo doloroso per l’umanità intera. Ma anche se fu piantato un nuovo ulivo dai convenuti all’incontro storico, la pace è ancora lontana, anzi si inaspriscono sempre più i venti di guerra. Ma Papa Francesco, non vuole arrendersi, «ha telefonato personalmente» all’ex presidente israeliano Shimon Peres e al leader palestinese Abu Mazen, insistendo che bisogna fermare il conflitto poiché in un clima di crescente ostilità, odio e sofferenza per i due popoli, si stanno avendo numerosissime vittime e dando luogo ad una situazione di grave emergenza umanitaria». Il Papa, ha voluto esternare il suo dolore anche sottolineando come a causa dei bombardamenti, le popolazioni vivono nel terrore e i bambini piangono. Cosi come dal fronte ucraino, Papa Francesco “ha appreso con costernazione la notizia della sciagura dell’aereo della Malaysian Airlines nella regione orientale dell’Ucraina, segnata da forti tensioni”, si legge nel comunicato. Il Pontefice “eleva la sua preghiera per le numerose vittime dell’incidente e per i loro familiari, rinnovando alle parti in conflitto l’accorato appello per la pace e per un impegno a trovare soluzioni di dialogo, al fine di evitare ulteriori perdite di vite umane innocenti”. E cosi via per tutte le altre guerre tra stati e interne che stanno infuocando il mondo intero. Ho fatto una mia personale riflessione e ho capito che è evidente a tutti che il crollo del muro di Berlino e la fine dei blocchi contrapposti non ha significato per nulla la pacificazione generale del mondo terrestre. L’ansia spasmodica per il controllo delle materie prime molto spesso nascosto dietro motivi religiosi, e comunque anche per motivi religiosi, mi fa pensare che bisogna fare davvero ancora molta strada per sperare di dare al mondo la speranza di vivere in pace e prosperità. Come ho già detto in un mio precedente scritto contro la fame e la povertà, ci vorrebbe la necessità di pensare a una più equa distribuzione delle ricchezze, e lo riconfermo. Cosi come per le ambizioni religiose, come ad esempio l’islam integralista che pensa a un grande Califfato che prenda Siria e Iraq, per poi conquistare il mondo seminando morte e terrore. Follia pura. Nessun Dio avrebbe mai sostenuto questo. Ora però è necessario che si attivino seriamente le strade della politica e si mettano in atto tutti gli strumenti che ci sono per far si che la gestione della situazione non debba essere affidata alla violenza e alla logica del più forte, a prescindere dalle ragioni e delle aree in conflitto. In primo luogo tocca alla UE e all’ONU, che facesse la sua parte in fretta e senza troppi giri di inutili parole. Prenda di petto la situazione e fermi queste tragedie che portano solo orrore di morti distruzioni, vendette e contro vendette. La guerra, dopo l’ultimo conflitto mondiale è stata formalmente vietata dalla Carta delle Nazioni Unite e “ripudiata” da molte costituzioni nazionali (compresa quella italiana) e questo molto spesso viene dimenticato e si danno motivazioni spesso infondate, per giustificare la necessità di un intervento militare con espressioni tipo “guerra giusta”, “umanitaria”, per “legittima difesa” o “preventiva”. Le guerre non sono mai giuste, e non ci sono vincitori e vinti, ma sono tutti sconfitti. DICIAMO NO ALLA GUERRA E BASTA! Bisogna lavorare e in fretta, anzi subito, anzi ieri, per una Pace stabile e impegnarsi per aggredire le cause sociali di sfruttamento, miseria e disuguaglianze internazionali in modo che la giustizia sociale trionfi. Qualcuno ha scritto: “Noi non siamo quelli che sognano (dormendo) un mondo senza conflitti”. Io invece lo sogno, e lo voglio sperare ancora. Papa Francesco in una delle sue prime uscite disse: “Non lasciatevi rubare la speranza”.

Arturo Di Mascio

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